© 1988 Di Russell Miller © Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001 La versione originale del libro è reperibile presso: http://wpxx02.toxi.uni-wuerzburg.de/~krasel/CoS/books/bfm/
la verità è ciò che è vero per te - L. Ron Hubbard Esistono due versioni estremamente conflittuali sulla storia della vita di L. Ron Hubbard, il fondatore della Chiesa di Scientology. La prima, promossa dalla chiesa, dipinge un umanitario generoso, infallibilmente onesto le cui profonde intuizioni hanno trasformato il mondo. La seconda, proposta nel suo formato integrale in Bare-Faced Messiah di Russell Miller, dipinge un bugiardo patologico, un truffatore consumato dall'avidità e dalla paranoia che riuscì a risucchiare milioni di persone nel suo straordinario mondo fantastico. La citazione iniziale è uno degli aforismi preferiti di Hubbard e mette in risalto la sua affermazione secondo cui l'unica cosa importante è la realtà soggettiva. Se fosse vero, entrambi i racconti sarebbero plausibili. Ma se la realtà oggettiva, cioè affidarsi alla prova e alla ragione piuttosto che alla pura fede, ha qualche importanza allora Bare-Faced Messiah è considerevolmente più convincente. Ho fatto collegamenti ipertestuali tra il racconto che Miller fa della storia di Hubbard e quello proposto dalla Chiesa di Scientology (il sito web italian.lronhubbardprofile.org) [1]. Mettete a confronto le due biografie, valutate le prove presentate e decidete da soli. Innanzitutto, perché la biografia di Hubbard è importante? Il motivo più ovvio è che mette in discussione l'intera validità di Scientology. Alcuni scientologisti hanno privatamente riconosciuto che la biografia ufficiale di Hubbard potrebbe non essere accurata, ma che non è motivo sufficiente per invalidare il suo lavoro. Potrebbe essere, ma chi ne è convinto dovrebbe riflettere su questo punto: molte inesattezze della sua biografia hanno avuto origine dai racconti fatti da Hubbard stesso. Quant'altro c'è di inesatto? Se Hubbard ha mentito sulla sua vita, su che cos'altro ha mentito? Questa questione non è di secondaria importanza per la dirigenza della Chiesa di Scientology. Prima di riuscire a pubblicare Bare-Faced Messiah, Russell Miller è stato fatto oggetto di considerevoli molestie ed azioni legali da parte della chiesa. La corte che gli ha permesso di farlo in Gran Bretagna ho correttamente sottolineato che Hubbard fu una figura di notevole interesse pubblico la cui reputazione veniva usata per promuovere la stessa chiesa - pertanto la biografia della sua vita era prima facie nell'interesse pubblico. Attualmente Bare-Faced Messiah è fuori stampa, ma la questione non è meno importante. Questo è il motivo per cui ho riprodotto il libro sul Web, con l'autorizzazione del Sig. Miller. Non per il desiderio di danneggiare la Chiesa di Scientology, ma perché credo fermamente che sia nel pubblico interesse rendere disponibile ad un pubblico più vasto questo libro, frutto di approfondita ricerca. Ecco quindi, per la prima volta, una versione elettronica di Bare-Faced Messiah.
Nota dei traduttori:
1. Il sito ufficiale sulla vita di L. Ron Hubbard sembra essere in mutamento continuo. Almeno è l'impressione che abbiamo avuto nei mesi impiegati per la traduzione del libro di Miller. Sembrano essere ad esempio sparite le affermazioni più roboanti sulla sua vita, quelle su cui l'opera di Miller ha gettato una nuova luce. Affermazioni che si possono tuttavia leggere nei libri pubblicati dalla Chiesa di Scientology, anche nella loro versione italiana, precedenti al 1990. Russell Miller è nato a East London ed ha lasciato la scuola a 16 anni. A 21 era reporter a Fleet Street e da oltre trent'anni è giornalista freelance. I suoi lavori, in particolare per il Sunday Times, sono distribuiti dalle agenzie di stampa di tutto il mondo. È autore di Bunny, biografia molto acclamata di Hugh Heffner e del best seller The House of Getty. Sposato, padre di quattro figli, vive nella pace delle Chiltern Hills. Vorrei poter ringraziare i funzionari della Chiesa di Scientology per l'aiuto fornitomi nella compilazione di questa biografia, ma non posso farlo perché il prezzo della loro collaborazione sarebbe stato un vero e proprio controllo del manoscritto, prezzo che non ero disposto a pagare. Successivamente la chiesa ha fatto del suo meglio per dissuadere chi conosceva Hubbard dal parlare con me e mi ha costantemente minacciato di azioni legali. Gli avvocati di Scientology di New York e Los Angeles, nelle loro frequenti lettere, hanno scritto chiaramente di aspettarsi dal mio libro diffamazione e calunnia. Quando ho risposto informandoli che la mia trentennale carriera di giornalista ed autore non aveva mai visto accuse per diffamazione sono state evidentemente condotte indagini su di me, perché i miei editori di New York hanno ricevuto una lettera in cui si sosteneva che la mia affermazione era "semplicemente non accurata". Ma lo era, e lo è. Non sarebbe stato possibile scrivere questo libro senza l'assistenza dei molti ex scientologisti che hanno raccontato le proprie esperienze, concedendomi gratuitamente il loro tempo libero e correndo considerevoli rischi. Alcuni di essi sono citati nel libro, ma molti altri mi hanno fornito informazioni di background e vorrei ringraziarli. Sono rimasto profondamente impressionato dal loro coraggio, intelligenza ed integrità. Non sarebbe poi stato possibile scrivere questo libro senza il Freedom of Information Act degli Stati Uniti, legge che in Gran Bretagna dovrebbe far riflettere chi si preoccupa della verità ma ancora si oppone all'introduzione di una legislazione analoga. Uno speciale ringraziamento va a Jon Atack, ex scientologista residente a East Grinstead, che ha raccolto uno degli archivi più completi su Scientology e il suo fondatore, e mi ha messo generosamente a disposizione il suo materiale. Vorrei ringraziare anche George Hay e John Symonds di Londra; Lydia e Jimmy Hicks di Washington DC; David e Milo Weaver di San Francisco; Connie e Phil Winberry di Seattle; Skip Davis di Newport, Rhode Island; Diane Lewis di Wichita; Arthur Jean Cox, Lawrence Kristiansen e Boris de Sidis di Los Angeles; Ron Newman di Woodside, California; Ron Howard della George Washington University; Sue Lindsay del Rocky Mountain News, Denver; Dave Waiters della Montana Historical Society; e il sempre disponibile personale della Biblioteca del Congresso. Troppe persone per essere citate separatamente hanno pazientemente risposto ai miei quesiti inviati per posta, hanno fatto ricerche nei loro archivi per rispondere alle mie innumerevoli ed oscure domande. Il loro contributo è stato incalcolabile. La mia editor, Jennie Davies, ha rifinito il manoscritto con la sua solita abilità e diligenza, nonostante le richieste dei suoi gemellini appena nati. Mia moglie, Renate, ha letto ogni capitolo mentre lo stavo scrivendo e mi ha sempre offerto consigli costruttivi. Ha dovuto fare i conti con i miei lunghi viaggi all'estero nei quali cercavo di rintracciare la verità su L. Ron Hubbard, e poi sopportare il tormento di vivere con un autore ossessivo durante i lunghi mesi di stesura del lavoro. Non potrò mai ringraziarla a sufficienza per la sua pazienza, amore e sostegno. Russell Miller,
Per oltre 40 anni la Chiesa di Scientology ha vigorosamente promosso l'immagine di L. Ron Hubbard, suo fondatore, come un romantico avventuriero e filosofo i cui primi anni lo avevano casualmente preparato, come Gesù Cristo, alla missione di salvare il mondo. La glorificazione di "Ron", superuomo e salvatore, richiedeva una disinvolta noncuranza per i fatti: ecco perché ogni biografia di Hubbard pubblicata dalla chiesa è intessuta di menzogne, mezze verità e grotteschi abbellimenti. La mirabile ironia di questo inganno è che la vera storia di L. Ron Hubbard è molto più bizzarra e improbabile di qualsiasi bugia. La Rivelazione di Ron La scena sarebbe potuta uscire dalle pagine ingiallite di uno di quei racconti di fantascienza popolare che L. Ron Hubbard scriveva negli anni trenta… Un gruppo di giovani convinti di essere immortali fonda una base segreta in uno stabilimento termale abbandonato della California meridionale. Timorosi degli estranei, sospettano di essere stati scoperti dall'FBI. In preda al panico iniziano a distruggere tutti i documenti che potrebbero incriminare il loro leader. Proteggerlo è di vitale importanza, perché credono che lui soltanto possa salvare il mondo. Nel controllare l'ultimo piano di un hotel abbandonato, uno del gruppo scopre una catasta di vecchie scatole di cartone da cui inizia ad estrarre fotografie ingiallite, manoscritti, diari vergati con calligrafia infantile e pagelle scolastiche. Sono in tutto 21 cartoni, ognuno pieno zeppo di oggetti ricordo, addirittura vestitini da neonato. Il giovanotto è estasiato. È sicuro di aver fatto una scoperta di significato profondo, perché quel materiale documenta i primi anni di vita del suo leader. O almeno, pensa tra sé, sarà possibile confutare tutte le menzogne messe in giro dai suoi nemici. Alla fine sarà possibile provare al mondo, oltre ogni ragionevole dubbio, che il suo leader è veramente un genio, un operatore di miracoli… Questo fu l'inizio dell'inesorabile smascheramento di L. Ron Hubbard, il salvatore che non è mai stato. Gerry Armstrong, il ragazzo che in quel pomeriggio di gennaio del 1980 stava inginocchiato sul polveroso pavimento dell'ultimo piano del vecchio Hotel Del Sol di Gilman Hot Springs, da oltre dieci anni era membro dedicato della Chiesa di Scientology. Viveva in Canada quando, nel 1969, un amico lo aveva introdotto a Scientology, ed era rimasto immediatamente affascinato dalle sue inebrianti promesse di immortalità e poteri sovrumani. Per due volte era stato condannato a lunghi periodi nel Rehabilitation Project Force, la prigione orwelliana interna del culto; era stato costantemente umiliato, il suo matrimonio distrutto, ma rimaneva totalmente convinto che L. Ron Hubbard fosse il più grande uomo mai vissuto sulla terra. L'intrepida lealtà che Hubbard ispirava nei seguaci equivaleva ad una forma di controllo mentale. Scientology era sbocciata nel dopoguerra, epoca di protesta e incertezza in cui i giovani erano alla ricerca di senso di appartenenza, di un significato da dare alla vita. Hubbard li offriva entrambi, prometteva risposte e coltivava un forte senso di gruppo, di esclusività che separava gli scientologisti dal mondo reale. Confortati dal senso di conoscenza esoterica, di esaltazione e di concentrazione erano pronti a seguire Ron fino all'inferno, se fosse stato necessario. Quando Armstrong scoprì quel tesoro Hubbard si nascondeva da anni. Il luogo in cui si trovava era noto come "X", ma Armstrong sapeva che era possibile fargli avere un messaggio; chiese l'autorizzazione per iniziare a fare ricerche in vista di una biografia ufficiale, argomentando con forza che avrebbe preparato il terreno per "l'accettazione universale" di Scientology. Già si immaginava la scenografia per un importante film basato sulla vita di Hubbard, e la possibile fondazione di un archivio e di un Museo L. Ron Hubbard. All'epoca Hubbard aveva quasi 70 anni, vissuti male e troppo a lungo nel suo mondo fantasmagorico, ed era incapace di distinguere tra la realtà e la sua fervida fantasia. Credeva di essere stato l'esploratore adolescente, l'eroe spavaldo, il saggio e filosofo che le sue biografie descrivevano. Forse era troppo tardi per rendersi conto che la sua vita, in realtà, andava di gran lunga oltre la versione costruita. Con un solo e facile salto si era trasformato da scrittore di fantascienza squattrinato a guru e profeta miliardario; per quasi un decennio aveva condotto sui mari del mondo la sua flotta privata; era quasi riuscito a prendere il controllo di diversi paesi; era venerato da migliaia di seguaci in tutto il mondo, temuto e detestato dalla maggioranza dei governi. Era un cantastorie vivace la cui vita eclissava addirittura le sue storie più inverosimili. Però si aggrappava tenacemente alla finzione e quando, in quel gennaio del 1980, venne raggiunto nel suo nascondiglio dalla richiesta di Armstrong, approvò senza esitare. Armstrong non aveva esperienza di archivista né di ricercatore ma era intelligente, intraprendente, onesto ed entusiasta. Portò tutta la documentazione rilevante da Gilman Hot Springs alla sede di Los Angeles, dove riempì sei classificatori ed iniziò a catalogare il materiale, facendo copie di tutto e conservando con reverenza gli originali in buste di plastica, profondamente consapevole della loro importanza storica. Aveva da poco iniziato il lavoro quando negli uffici di Scientology apparvero dei manifesti che annunciavano la proiezione privata di un film della Warner Bros del 1940, The Dive Bomber, di cui Hubbard aveva scritto la sceneggiatura. Tutti gli scientologisti sapevano che prima della guerra Ron era stato uno sceneggiatore di successo di Hollywood, e la proiezione doveva aiutare la raccolta di fondi per la difesa degli 11 scientologisti, compresa la moglie di Hubbard, imputati a Washington con accuse di cospirazione. Armstrong decise di fare ulteriori ricerche sul contributo che Ron aveva dato al film ma rimase perplesso quando, alla biblioteca della Academy of Motion Picture Arts and Sciences di Los Angeles, scoprì che la sceneggiatura era attribuita ad altri due autori. Se ne lamentò con il bibliotecario e inviò una nota a Ron per informarlo dell'errore. Hubbard rispose allegramente spiegando che la Warner Bros aveva avuto talmente tanta fretta di distribuire il film che si erano accorti dell'esclusione del suo nome solo quando le pellicole erano già state confezionate. All'epoca Ron era molto occupato a chiudere il suo elegante appartamento sul Riverside di New York e nei preparativi per andare in guerra, così aveva semplicemente detto allo studio di inviargli l'assegno all'Explorers Club. Dopo la guerra aveva usato quel denaro per farsi una vacanza ai Caraibi. Armstrong rimase soddisfatto della risposta ma continuava ad essere assillato da un pensiero: a lui, come a tutti gli scientologisti, era stato raccontato che Ron era uscito dalla guerra accecato e storpio ed era riuscito a guarire solo grazie al potere della sua mente. Evidentemente, pensò il ragazzo, era andato in vacanza dopo essere guarito. Nel tentativo di mettere insieme gli eventi cronologici, Armstrong fece appello al Freedom of Information Act e richiese i documenti di archivio relativi al periodo che Hubbard aveva trascorso in Marina. Gli scientologisti erano molto orgogliosi che il fondatore della loro chiesa fosse stato un decoratissimo eroe di guerra: aveva prestato servizio su tutti e cinque i fronti riportando diverse ferite; infatti era stato la prima vittima della guerra nel Pacifico. Fu in quell'occasione che, con crescente incredulità e sgomento, Armstrong sfogliò i fascicoli di Hubbard appena giunti da Washington. Passò da un documento all'altro alla vana ricerca di una spiegazione, rifiutando ancora di credere alle prove che si stendevano sotto i suoi occhi: i documenti sembravano indicare che Hubbard, lungi dall'essere un eroe, era stato un codardo incompetente e lavativo, che aveva fatto del suo meglio per evitare di avvicinarsi all'azione. Armstrong non riusciva a crederci. Mise da parte i documenti e decise di cominciare le ricerche dall'inizio, in Montana, dove Hubbard era cresciuto nel grande ranch del nonno, ma non riuscì a trovare traccia di alcuna proprietà della famiglia, salvo una casetta nel centro di Helena. Non riuscì neppure a scoprire documenti sui vagabondaggi in Cina dell'adolescente Hubbard. Alla George Washington Univeristy di Washington DC, dove si diceva che Hubbard si fosse laureato in matematica ed ingegneria, i documenti rivelavano che in realtà aveva abbandonato i corsi dopo appena due anni, per i pessimi risultati. Non esistevano neppure tracce delle sue fiabesche spedizioni come esploratore. «Scoprivo contraddizione su contraddizione» ha raccontato Armstrong, «Continuavo a cercare di giustificarle, continuavo a pensare che avrei trovato un altro documento che avrebbe spiegato tutto. Ma non fu così. Arrivai lentamente a rendermi conto che il tipo aveva ampiamente mentito sulla sua storia». Nell'estate del 1981 Armstrong aveva già messo insieme oltre 250.000 pagine di documentazione sul fondatore della Chiesa di Scientology, ma nonostante i grossi buchi che si erano aperti nella sua credibilità continuava ad essergli profondamente leale. «Il mio approccio era: OK, adesso sappiamo che è umano e racconta frottole. Ciò che dobbiamo fare è eliminare le bugie in modo che tutto il bene che ha fatto al mondo sia accettato. Pensavo che il solo modo in cui avremmo potuto esistere come organizzazione fosse di lasciare che la verità prendesse il sopravvento. Dopo tutto, la verità era affascinante tanto quanto le bugie». Gli appelli di Armstrong caddero nel vuoto. Da quando Hubbard era entrato in reclusione, giovani militanti conosciuti come "Messaggeri" avevano assunto il controllo della Chiesa di Scientology. Quando Hubbard era il commodoro del suo corpo di Marina privato, i messaggeri erano giovani ninfette in calzoncini e top aderente che sbrigavano commissioni per lui, ed erano in competizione con tutti gli altri per trovare il modo di compiacerlo. Alla fine lo aiutavano a vestirsi e a spogliarsi, eseguivano piccoli compiti domestici come lavargli i capelli e spalmare creme di bellezza sulle sue abbondanti forme, addirittura lo seguivano con un posacenere per intercettare la cenere delle sue sigarette. Con l'aumentare della paranoia del commodoro, che si sentiva sempre più assillato da immaginari traditori e nemici, aumentava il potere dei messaggeri. Nel novembre del 1981 Armstrong presentò ai messaggeri un rapporto scritto in cui elencava tutte le false affermazioni fatte da Hubbard, avanzando i motivi per cui sarebbe stato opportuno correggerle. «Se presentiamo inesattezze, iperboli o palesi bugie come fossero realtà o verità» scriveva, «l'angolazione che gli diamo perde importanza: nel momento in cui verranno confutate l'uomo sembrerà, agli estranei almeno, un ciarlatano…». La risposta dei messaggeri fu l'ordine di sottoporre Armstrong a "verifica di sicurezza" - cioè un interrogatorio come potenziale traditore. Armstrong rifiutò. Nella primavera del 1982 Gerald Armstrong fu accusato di diciotto diversi "crimini" e "alti crimini" contro la Chiesa di Scientology compresi furto, truffa e diffusione di false informazioni sulla chiesa e il suo fondatore. Venne dichiarato "persona soppressiva" e "Fair Game" (Bersaglio Libero), vale a dice che i suoi ex amici di Scientology potevano "imbrogliarlo, ingannarlo, gli potevano mentire, fare causa o distruggerlo". «Ma ormai per me era crollato tutto» ha raccontato. «Mi ero reso conto di essere stato attirato in Scientology da una rete di bugie, da macchiavelliche tecniche di controllo mentale e dalla paura. La mia fiducia era stata tradita nel momento in cui Hubbard aveva mentito su se stesso. La sua vita era stata un continuo campionario di pratiche fraudolente, di evasione fiscale, di fuga dai creditori e dalla legge. Era una miscela di Adolf Hitler, Charlie Chaplin e Barone di Munchausen. In breve, era un truffatore». |
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