Allegato a "Bare Faced-Messiah - Il Volto Nudo del Messia", biografia di L. Ron Hubbard di Russell Miller. David Mayo fu auditor personale del fondatore di Dianetics/Scientology dal 1973 al 1980. © Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001
David Mayo è stato membro della Chiesa di Scientology per 25 anni, e ciò lo rende una delle persone con maggior esperienza che abbiano mai fatto parte di quell'organizzazione; la gran parte dei seguaci, infatti, non vi rimane per più di tre anni. La sua lunga esperienza come auditor di quasi tutti gli scientologist senior, compresi L. Ron Hubbard e la moglie, lo portarono ad avere uno status considerevole (come dimostra il volantino del 1980 qui a sinistra). Nel 1983, dopo le lotte intestine dei primi anni '80, lasciò Scientology (o per essere più precisi, fu espulso), e in seguito venne denigrato come "squirrel" per eccellenza. Ciononostante rimase fedele agli insegnamenti di Hubbard e diede inizio al "Advanced Ability Center", dove utilizzava le tecniche hubbardiane e i loro derivati. Pare che ora il ACC non esista più [*].
Russell Miller, lo scrittore e giornalista inglese autore della biografia non autorizzata di Hubbard dal titolo Il Volto Nudo del Messia - Bare-Faced Messiah, lo intervistò nel 1986. Nel corso dell'intervista Mayo fece un interessante racconto delle sue esperienze in Scientology, di cui segue la trascrizione fedele. Chris Owen Il mio primo contatto con Scientology avvenne tramite un insegnante delle superiori che mi prestò alcuni libri. Eravamo a Auckland, in Nuova Zelanda. Entrai nell'organizzazione alla fine del 1959. All'epoca ero studente. L'org era divisa in due parti, la HASI [Hubbard Association of Scientologists International] e HCO [Hubbard Communications Office]. HCO era l'ufficio di Hubbard all'interno dell'org. Iniziai a lavorare per HCO alla fine del 1959, e cominciai a corrispondere con lui. La responsabile di HCO era Betty Turnball, la donna che mi aveva assunto, mentre suo marito Frank era il responsabile di HASI. LRH era arrabbiato con Frank ed iniziò ad inviarmi lettere in cui manifestava il suo malcontento, chiedendomi di indagare. Alla fine i Turnball se ne andarono, o furono cacciati. Hubbard li accusò di essere comunisti e di stare nell'organizzazione solo per cercare di distruggerla e sabotare i suoi progetti. Ero convinto che l'organizzazione si dedicasse al miglioramento delle persone e all'aiuto all'umanità, ma improvvisamente la mia corrispondenza con il fondatore si incentrò su complotti e comunisti. Mi mandava lettere scritte a mano, telegrammi e cablo. Per me fu uno shock. Non riuscivo a capire quelle cose. Cercai di razionalizzare la paranoia, dopo tutto era un uomo brillante e aveva scritto tutti quei libri. Dovetti fare un security check [verifica di sicurezza] a Betty Turnball e riferii a LRH che secondo me non erano comunisti, ma avevano invece cercato di lavorare molto sodo per fare andare bene le cose. Dissi che erano assolutamente OK, ma lui li cacciò. Lo incontrai la prima volta all'inizio del 1962, quando mi recai a Saint Hill per fare il Briefing Course. Era quasi sempre cordiale, socievole e gradevole, anche se a volte perdeva la calma. Negli ultimi anni era drammaticamente cambiato. All'epoca era uno di noi, durante le pause chiacchieravamo e insisteva per essere chiamato Ron. Non era ancora iniziata la deificazione. Terminai il corso alla fine del 1962 e me ne tornai a Auckland fino alla fine del 1967. Feci un viaggio a Saint Hill nel 1965. Poi alla fine del 1967 entrai nella Sea Org e nel gennaio del 1968 andai a Valencia dove si trovava il Royal Scotman. Il materiale che avevo ricevuto prima di partire era abbastanza fuorviante. Descriveva una Base OT e parlava di una base di terra in un paese straniero. Suonava esotico ed eccitante, era dove LRH avrebbe fatto ricerca ad alto livello e si sarebbe avvalso della collaborazione e partecipazione di poche e selezionate persone altamente addestrate. Al contrario, arrivato a Valencia mi misero su un taxi e mi dissero di andare al porto. Le istruzioni erano brevi e misteriose. Arrivai al porto e vidi questo vecchio traghetto arrugginito. Cercai di dire al tassista che c'era stato un errore, ma lui insisteva che era il posto giusto. Così scesi, andai verso la nave e mi dissi: «Gesù, è proprio questa!» In quel periodo LRH non era a bordo. Era fuori per la sua crociera Mission Into Time [Missione nel Tempo]. Si era portato dietro dei metal detector nella speranza di trovare oro nascosto. La nave era sporca e arrugginita e i ragazzi stavano ancora raschiando letame dalle stive. Di sicuro non era una esotica Base OT! LRH tornò dopo qualche settimana e rimase molto deluso dal Royal Scotman. Quando la Avon River entrò in porto ci agitammo molto - finalmente potevamo incontrare LRH. Ma lui ci mandò sul Royal Scotman una mezza dozzina di Sea Org in divisa, tutti impettiti. Avevano ricevuto la consegna di non parlare, dovevano solo andare in giro ad interrogare l'equipaggio e alla fine ci dissero che eravamo assegnati a condizioni [di etica] inferiori. Fu una cosa molto spiacevole e lugubre. LRH venne a bordo qualche giorno dopo e anche lui era molto cupo. Si chiuse nella grande stanza che usava da ufficio e non lo vedemmo molto, salvo quando faceva un giro per la nave, una volta al giorno. Era sempre molto arrabbiato, urlava e abbaiava ordini. Nessuno sapeva che cosa ci fosse sotto - cercavamo solo di tenerci alla larga. Io ed altri ci facemmo prudenti domande, parlavamo solo con chi pensavamo di poterci fidare. Esprimere critiche era considerata un'infrazione. Quasi tutti avevano paura ad esprimere critiche o disaccordo su quanto stava accadendo. Temevano di essere cacciati da Scientology, cosa che per noi all'epoca era inconcepibile - non riuscivi nemmeno a poter concepire una cosa del genere. Molti erano davvero terrorizzati. Hubbard ordinò che tutti fossero controllati all'e-meter, ci chiedevano se avevamo dubbi o disaccordi sull'uso dell'etica. Se il meter leggeva allora la persona veniva assegnata alla condizione di dubbio e forse espulsa. Questo accadeva nel febbraio del 1968. La "crociera di impedimento" accadde qualche mese dopo. Ero stato trasferito sulla Avon River, e nel febbraio o marzo del 1968 partì la prima org avanzata sul Royal Scotman. L'org avanzata si trasferì poi sulla terraferma, ad Alicante, prima della "crociera di impedimento". Anche io ero andato ad Alicante e a un certo punto ci fu quella "crociera". Era verso maggio o giugno del 1968. Poi la Avon River ci venne a prendere (LRH era sullo Scotman) e attraversammo il Mediterraneo fino in Tunisia dove ci ricongiungemmo agli altri, e io venni trasferito sullo Scotman. Nel febbraio del 1968 quando eravamo sullo Scotman lo vedevo ogni giorno. Poi lui salì sulla Avon, e poco dopo vi venni trasferito anche io. A Biserta, in Tunisia, lavoravo sullo Scotman come auditor. Nel 1962 LRH era un uomo davvero gradevole e geniale, molto cordiale. Nel 1965 era già più rigido. Nel 1968 era quasi sempre arrabbiato. Nessuno sapeva perché. Credo si fosse ficcato in un sacco di guai - anche se all'epoca non lo sapevo - era PTS [Fonte Potenziale di Guai - una minaccia] per vari governi ma, soprattutto, si era messo nei guai con diversi paesi e non sapeva più dove andare. Aveva evaso le tasse e mandato in fallimento le org degli Stati Uniti, così aveva lasciato il paese; era in pessimi rapporti con il Ministero dell'Interno inglese, non credo esistesse un briciolo di verità nella persecuzione di Scientology; poi era andato in Rodesia e aveva cercato di rovesciare Ian Smith, che cercava di recedere dal Commonwealth, così l'avevano cacciato dal paese; non gli rinnovarono il visto per l'Inghilterra, e non poteva tornare negli Stati Uniti perché era ricercato dall'IRS. Non c'era paese in cui potesse pensare di vivere al sicuro - ecco perché fondò la Sea Org. Evitavamo tutti i paesi che avessero accordi particolari con Gran Bretagna e USA. Non ci rimaneva quasi altro che il Terzo Mondo. Verso la metà del 1968 venni trasferito all'org avanzata di Edimburgo e vi rimasi fino alla fine del 1970. Tornai poi sulle navi e vi rimasi dal 1971 fino al trasferimento sulla terraferma della Sea Org. Il comportamento di Ron era cambiato. Nel 1968 era sempre furioso. All'inizio degli anni '70 era cambiato, stava spesso male. A volte era costretto a letto e allora l'atmosfera era rilassata. Dalla metà alla fine degli anni '70 ricominciò ad essere un uomo piacevole. Poi nel 1981 esplose letteralmente - regredì nell'irascibilità. Diversi gestori di missione tennero un meeting a Flag [Org di Terra di Flag, Clearwater, Florida] ed iniziarono a lamentarsi e protestare contro il management, invocando una riforma. Quando Hubbard lo venne a sapere lo definì un ammutinamento, e dopo di allora peggiorò sensibilmente. Con il passare degli anni si ritirò sempre più in se stesso. Sulla nave mi chiamava spesso nel suo ufficio per riunioni tecniche. Dal 1973 ebbi una parte molto attiva nella ricerca, e facevo il C/Sing [supervisione del caso] del suo auditing. Faceva molta ricerca, e la faceva fare anche agli altri. Un sacco della sua ricerca è stata fatta in auditing solo. Provava le sue nuove idee su se stesso, poi me le passava e io dovevo farle sugli altri. Gli piaceva giocare al Grande Marinaio e quando appariva sul ponte tutti tremavano di paura, le teste volavano. Nel 1979 a Hemet guardavamo spesso la TV assieme, e lui si lasciava andare ai ricordi. Una volta mi raccontò di aver fatto il trovatore nelle Blue Mountains, si spostava di villaggio in villaggio, cantava canzoni popolari accompagnandosi con la chitarra. Diceva di essersi guadagnato da vivere in quel modo, ma non so se è vero. Credo che se lo fosse inventato sul momento, perché non l'avevo mai sentito dire. A Hemet aveva una chitarra e ogni tanto cantava. Suonava abbastanza bene, ma era un dilettante. Credo che inventasse le canzoni sul momento anche se sembravano canzoni popolari. In quel periodo ero il suo auditor ed avevo un appartamento adiacente al suo. Nel settembre del 1978 si era ammalato gravemente e mi avevano chiamato a La Quinta per stargli vicino. Ron si era convinto che ci sarebbe stato un raid del FBI, così ai primi del 1979 lasciò La Quinta e andò a vivere nell'appartamento di Hemet. In seguito portarono là anche me per audirlo su NOT's [New Era Dianetics per OT], e alla metà del 1979 proseguì con Solo NOT's. Quando la Sea Org si trasferì a terra andai a vivere a Daytona. Anche LRH era in città, ma viveva in un edificio diverso. Noi avevamo preso in affitto un motel e lui praticamente viveva a due passi, anche se facevamo finta di non saperlo. Nessuno di noi doveva sapere dove si trovava, ma noi riuscivamo a vederlo! La Sea Org aveva questi grandi segreti, ma dalla terrazza del nostro motel vedevamo l'hotel dove viveva lui. Ci avevano detto che non dovevamo avvicinarci a quell'hotel per nessun motivo, nemmeno per un drink al bar, perché era pieno zeppo di SP [Persone Soppressive], così dovevamo tenercene alla larga. Nessuno ci credeva, era una motivazione troppo stupida. Per un paio di settimane LRH venne ogni giorno a farci lezione al motel. Arrivava con l'auto che avevamo visto uscire dal suo hotel, girare nella direzione opposta, fare il giro dell'isolato e poi arrivare da noi. Con lui vivevano alcune messaggere che vedevamo uscire dal loro hotel e raggiungere il nostro a piedi. Ma tutti facevamo finta di non sapere dove Ron vivesse. Poi ci trasferimmo a Clearwater e Hubbard andò a vivere in un appartamento di Dunedin, a 10-15 minuti di macchina. Anche quello si pensava fosse un segreto. Il personale che andava avanti e indietro aveva la consegna della segretezza. Poi chiamarono un sarto per confezionargli degli abiti nuovi, Ron gli disse chi era e il sarto informò uno dei giornalisti locali. Ron scappò subito e poco tempo dopo venne acquistato il ranch di La Quinta in California. Ai primi del 1979 andò a Hemet. Ero a Clearwater quando nel settembre del 1978 mi ordinarono di andare immediatamente a La Quinta. Ron era molto malato. Il Dott. [Eugene] Denk era sul posto e cercava di scoprire che cosa avesse. Ron era debolissimo, aveva pressione, battito e temperatura molto bassi. Rimase quasi in coma per una o due settimane. Parlava pochissimo, molto lentamente. Non so che cosa avesse. Dissero che aveva problemi di coagulazione del sangue, ma che non era quello il motivo per cui era inchiodato a letto. Denk gli prescrisse degli anticoagulanti, ma solo per prevenire un colpo apoplettico. A La Quinta viveva in un bungalow in stile messicano dove aveva anche il suo ufficio. Sulla proprietà c'erano altri edifici. Mary Sue invece viveva a Los Angeles, in un'altra località segreta. Giunto a La Quinta rimasi molto turbato dalle sue condizioni. A Clearwater era arrivato un telex indirizzato al CMO [Commodore's Messenger Org] in cui si disponeva il mio trasferimento immediato, ma non si davano ulteriori informazioni. Solo di partire immediatamente, di saltare sul primo aereo per Los Angeles. Era una questione top secret. Non sapevo di che cosa si trattasse, né quanto tempo dovevo rimanere via. Buttai un po' di roba in valigia, dovevo essere all'aeroporto nel giro di 20 minuti e mi proibirono di dire a chiunque che me ne stavo andando. Non mi permisero nemmeno di salutare mia moglie. Tutti dovevano far finta che non fossi partito. Arrivai a Los Angeles che ormai era buio. Mi fecero salire su un'auto e più tardi ci fermammo in un parcheggio dove cambiammo vettura - cambiammo auto 2 o 3 volte per assicurarci di non essere seguiti. Poi durante l'ultima parte del tragitto mi bendarono e mi dissero che non ero autorizzato a conoscere la destinazione finale. Chiedevo a tutti che cosa stesse accadendo, ma mi dicevano di non saperlo. Solo l'autista dell'ultima macchina mi disse che LRH stava male, e quello era il motivo per cui ero stato convocato. Mi diedero il suo PC folder [cartella del pre-clear] dicendomi di risolvere il problema. Iniziai subito ad esaminare le cartelle e il giorno successivo cominciai ad audirlo. L'auditing continuò per molto tempo. L'auditing può curare le malattie? Nell'ambiente scientologico di La Quinta la risposta era sì al 100%. Per motivi legali, la risposta era no. Negano che sia inteso come cura fisica, ma nel Libro Uno [Dianetics: La Forza del Pensiero sul Corpo - Scienza Moderna della Salute Mentale, pub. 1950] Hubbard sostiene che l'auditing cura qualsiasi cosa, dal diabete alle malattie psicosomatiche. Ma torniamo a La Quinta. Hubbard era convinto che la causa della sua malattia fosse qualche precedente azione sbagliata di auditing, così si pensò di cercare che cosa fosse andato storto nell'auditing e correggerlo - sarebbe stata una cura spirituale. Al mio arrivo Denk si era detto convinto che LRH fosse prossimo alla morte, non sapeva se portarlo o meno all'ospedale. Non credeva che potesse sopravvivere ad un viaggio in ambulanza. Era pronto per intervenire in caso di arresto cardiaco, aveva fatto arrivare a La Quinta diverse apparecchiature mediche. Le messaggere che si prendevano cura di lui avevano insistito per far arrivare un auditor. Era stato audito da Paulette Cohen ma lui non era soddisfatto, si era arrabbiato con lei e voleva qualcun altro. Avevano pensato di chiamare Jeff Walker. All'epoca io ero Senior Case Supervisor di Flag e pensavano di non potermi togliere da quell'incarico. Jeff Walker era già in viaggio quando Hubbard lo venne a sapere e disse «Nossignore. Voglio Mayo». Così mi mandarono a chiamare. Quando arrivai a Los Angeles incrociai Walker che stava tornando a Flag. Appena arrivato gli diedi assist auditing per aiutarlo a riprendersi. Facevamo parecchie sedute al giorno e in un mese circa si rimise in piedi. Nastro Numero Due All'inizio la sua personalità rimase più o meno la stessa: alternava estrema violenza e furia a gioia e cordialità. Una volta in cui era particolarmente allegro decise che potevo usare la sua piscina privata. Chiamò uno staff e gli ordinò di saltare in macchina, andare in città e comprarmi dei costumi da bagno. Me li presentarono come un regalo personale di Ron, e praticamente mi ordinarono di fare il bagno nella sua piscina. Se sbraitava l'ordine di andare in città, si doveva scattare ed eseguirlo immediatamente. Ron voleva entrare nell'industria cinematografica e mise in piedi la Cine Org, che doveva fare film. Lui scriveva le sceneggiature, ma sembrava che la troupe non ne azzeccasse una. Quello fu un periodo estremamente violento per chi lavorava nella Cine. Erano letteralmente occupati giorno e notte e lui non era mai contento. Girava con questo megafono elettrico in mano, sbraitando ordini anche se la persona era ad un metro da lui. Descriveva un set e diceva di costruirlo come l'aveva immaginato. Lo facevano, e si preparavano a girare. Quando arrivava diceva che non gli piaceva, urlava che l'avevano cambiato e che lui aveva detto di farlo blu, non verde! Alcuni della troupe venivano mandati al RPF [forza di lavoro], e altri cominciavano ad affannarsi alla ricerca di vernice blu. E allora lui voleva sapere perché la scena era blu, e non gialla come aveva detto. Credo la causa principale della sua malattia fosse che aveva fallito tante volte, aveva avuto tante frustrazioni e i film lo avevano turbato al punto da esaurirlo e portarlo al collasso. Quella sembrava l'area con la carica più forte. Una volta ripresosi non tornò più ai film con lo stesso vigore di prima. Mi disse che dovevo recitare in una delle sue pellicole. A volte dovevo ripetere la stessa battuta decine di volte, non gli andava mai bene. Troppo forte, troppo tranquillo, non abbastanza intenso, troppo intenso, perché non ci metti entusiasmo? A volte scoppiava e si allontanava furiosamente dal set urlando che era tutto impossibile, che nessuno "duplicava" ciò che diceva. Mi ordinava di studiarmi le battute e di averle pronte per il giorno seguente. Tutti gli si muovevano intorno in punta di piedi in attesa dell'esplosione. Un episodio fu davvero drammatico e rivelatore. La troupe era in stato di terrore costante. Ogni volta che Ron ordinava qualcosa tutti diventavano frenetici, lavorando spesso giorno e notte senza neppure fermarsi per mangiare, e pregando che andasse tutto bene e di non mettersi nei guai. La Quinta si trova in una zona dove fa davvero molto caldo. Quando c'ero io era abbastanza frequente arrivare a 50°C. Era molto secco ed era facile disidratarsi. Ci fu un periodo in cui le cose andarono decisamente male. Alcuni nella troupe pensarono che tutta la faccenda avesse preso una piega troppo seria e cercarono di alleggerirla. Registrarono un piccolo video scherzoso, un piccolo sketch umoristico, convinti che Ron si sarebbe divertito. Si trattava di qualcosa accaduta un giorno o due prima, un grosso turbamento. Recitarono quella scena rendendola divertente e gli inviarono il video. Lui iniziò a guardarlo e, visto che erano stati davvero bravi ed era divertente, si offese a morte e disse che non si prendeva seriamente quanto lui diceva, e lo stavano prendendo in giro, lo ridicolizzavano, l'avevano fatto diventare una macchietta. Li spedì tutti sul RPF. Fu una cosa veramente tremenda. Vennero tutti mandati sul RPF, né più né meno. Ci fu un'esplosione tremenda e fu convocato un grande "commitee of evidence" [processo Scientology]. Quando Ron aveva cominciato a guardare il nastro io ero in attesa fuori del suo ufficio, dovevamo incontrarci non appena avesse finito. Poi lo sentii urlare e inveire, e le messaggere correvano come forsennate. Sbraitava che l'avevano preso in giro. Urlava come un pazzo contro la TV. Spedì le messaggere a scoprire i nomi dei colpevoli. Poi pensò che oltre agli autori materiali ci fossero anche altri non direttamente coinvolti ma a conoscenza del fatto - volle i nomi anche di quelli e mandò tutti sul RPF. Per parte mia pensai che fosse il caso di eclissarmi e aspettare che le cose si calmassero. A La Quinta c'era un RPF, ne aveva istituito uno in ogni org. Rimasi a La Quinta con lui fino all'inizio del 1979, marzo credo, quando si trasferì a Hemet. Andò là perché pensava che al ranch stesse per arrivare l'FBI. Ne parlò urlando per giorni. Tre anni prima c'era stato un raid, ma questa volta aveva strapazzato una coppia, Erni Hartwell e la moglie. I due se n'erano tornati a Vegas e in seguito s'era vista una macchina sconosciuta gironzolare attorno al ranch, e qualcuno che faceva foto della proprietà. Il GO [Guardian's Office] riferì ad Hubbard che gli Hartwell avevano parlato con l'FBI, e in seguito mandò un messaggio in cui informavano che l'FBI si stava interessando, e questo scatenò la fuga. Scappò su un camper con Mike e Kima Douglas. Andarono a Lake Elsinore, non molto lontano da La Quinta. Rimasero lì per circa un mese, poi andarono a Hemet. Intanto noialtri ci trasferimmo tutti a Gilman Hot Springs e nell'aprile del 1979 mi mandarono a Hemet. Stavamo vicino a Florida St. - a Hemet c'erano due strade principali, la statale e la Florida. Il Sunny qualcosa era un complesso di appartamenti dietro ad una clinica di agopuntura. Io continuavo ad audire Ron. Il motivo per cui mi ci mandarono? Ron non voleva troppa gente a Hemet - temeva ancora un raid del FBI. Mi avevano detto che gli avevano asportato un cancro da una guancia [in realtà dalla fronte], un tumore, e per questo mi mandarono ad audirlo. All'inizio mi trattenevo solo un paio di giorni per volta, per arrivare a Hemet da Gilman dovevo fare un lungo giro tortuoso. Poi dopo un paio di settimane andai a vivere a Hemet anch'io. Vi rimasi fin dopo la sua partenza, nel febbraio del 1980. Quel febbraio tornai per una settimana a casa, in Nuova Zelanda, e proprio in quella settimana Ron se ne andò con i Broeker [Annie e Pat]. Il gruppetto di fedeli di Hemet era composto da Pat e Annie Broeker, Clarice Rousseau, Mike e Kima - che vi rimasero fino a quando fecero "blow" [defezione] - Warwick e Annie Allcock, io e Merrill [Mayo], il suo cuoco personale Sinar Parinan, una ragazza addetta alle pulizie che si chiamava Juanita; eravamo tutti Sea Org. Occupavamo cinque o sei appartamenti. A Hemet la giornata tipica di Ron era più o meno così: la mattina di solito si alzava tardi, verso le 11 o mezzogiorno, a volte anche alle 2 o le 3 del pomeriggio, ma a volte anche alle 8 o le 9 del mattino. Quando si alzava presto faceva un pisolino di 3 o 4 ore nel pomeriggio, lavorava molto di notte. Appena alzato si occupava del lavoro d'ufficio, dirigeva le org, sfogliava telex e rapporti e emetteva nuovi ordini, a volte dettati alle messaggere oppure scritti via telex. Poi facevamo una seduta di auditing, e poi sbrigava altro lavoro amministrativo. Passava diverse ore al giorno con ciò che chiamava musica o registrazione. Suonava e si registrava, oppure montava i nastri delle sue lezioni. Faceva un sacco di montaggio di nastri. Ma non era mai soddisfatto. Ci passava ore tutti i giorni. Guardava un paio di film, oppure un po' di TV, a volte leggeva un libro. Nei pomeriggi d'estate, a volte anche d'inverno se il tempo era buono, ma non molto quando faceva troppo caldo, Ron usciva a fare fotografie. C'era sempre gran confusione perché alle uscite partecipava una mezza dozzina di persone, un paio per portare le macchine fotografiche e i rullini. Doveva sempre avere tutto dietro: tutte le macchine fotografiche e gli accessori, tutti i tipi diversi di pellicola - qualsiasi cosa potesse servirgli. Doveva essere tutto refrigerato e portato in contenitori appositi. Lo portavano in giro con un pulmino speciale che veniva pulito immediatamente prima della partenza, l'attimo prima che vi entrasse. Aveva un sistema di condizionamento e filtri per l'aria speciali. Ron si stendeva su un divano letto nel retro. Prima della partenza gli addetti alla sorveglianza facevano un sopralluogo in giro per assicurarsi che fosse tutto a posto. Poi Ron veniva accompagnato e fatto salire sul furgone. Era sempre vestito in modo strano, per camuffarsi. Aveva due cappellini da baseball con cuciti attorno dei capelli finti, uno con capelli lunghi e neri, l'altro castani. Usava berretti e parrucche. Indossava abiti diversi dai suoi soliti. A volte addirittura lo truccavano. Una volta si rimodellò il viso con plastilina per attori, ed aveva anche dei cuscinetti di gomma da infilare sotto le guance. Si faceva chiamare in vari modi, di solito chi l'accompagnava lo chiamava Zio. Aveva diverse "shore story" [menzogne da raccontare agli estranei] - spesso raccontavano di essere una squadra di ingegneri impegnati in attività geotermali. Il furgone aveva i vetri scuri e le tendine. Hemet è in campagna. Basta uscire dal paese per un miglio e sei in aperta campagna. Spesso lo portavano sulle San Jacinto Mountains, lui scendeva e passeggiava un po'. C'era un ruscello che amava fotografare, poi vendeva le sue foto alle org che le usavano per i poster e la pubblicità. Credo che facesse pagare somme esorbitanti, una costava 5.000 $ e poteva essere usata una volta soltanto. Era un modo per guadagnare soldi da org no-profit. Di solito le messaggere lo accompagnavano. A volte li seguiva anche il cuoco su un'altra auto, con panini e bibite fresche. Altre volte si recavano al centro commerciale e lui se ne andava in giro travestito. Comprava cose strane, una volta tornò con una busta piena di animaletti di plastica. A Hemet c'era un mall, ma più spesso andavano a San Bernardino. Aveva acquistato un centro commerciale da qualche parte in California e credo volesse trovare la maniera di farlo rendere di più. O forse semplicemente voleva vedere com'era fatto un mall. La Storia del Trovatore: Una volta mi chiamò nel suo appartamento, così andai a vedere che cosa voleva. Mi disse di sedermi ed iniziò a rimembrare. Poi prese la chitarra per suonare qualcosa. Un'altra volta c'era la TV accesa e mi chiese quale programma mi interessasse di più. Non sapevo che cosa dessero, non avevo mai tempo per guardare la TV - sulle prime mi chiesi se per caso non stesse mettendomi alla prova per vedere se di recente l'avevo guardata. Continuava a saltare da un canale all'altro, non trovava nulla che gli piacesse, guardava 5-10 minuti poi cambiava canale. Passava le serate così, guardando le cose a pezzetti. La storia del trovatore non fu particolarmente convincente. Di solito era sempre pronto a darmi ordini e lavoro da svolgere, mi dava una lista di cose da fare e voleva che le facessi rapidissimamente. Quando mi parlò dell'epoca in cui diceva di aver fatto il cantastorie di montagna francamente non mi interessava molto sapere se era vero o falso, era un momento di riposo dal lavoro e per me andava bene qualsiasi cosa. Di sicuro non avrei discusso. Finita la storia noi applaudimmo - c'erano anche due messaggere - a Hemet nessuno indossava l'uniforme. Prima del mio arrivo aveva già cantato qualche canzone. Mi sedetti sul pavimento ai suoi piedi con le due messaggere. Finita la canzone le ragazze applaudirono, e io feci altrettanto. Poi ci raccontò qualcosa sulle montagne del Tennessee, e cantò un'altra canzone. Erano strane, ma avevano quest'aria di melodia popolare. Erano quasi tutte in rima. Ma una non lo era, e sembrava una prosa stonata. In quel momento pensai che stesse improvvisando. Quando partii per la Nuova Zelanda non sapevo che Ron stava per entrare in isolamento. Temeva di continuo possibili irruzioni. C'erano cicalini e segnali d'allarme dappertutto, e anche un piano di fuga pronto. Facevamo esercitazioni frequenti su come comportarci se alla porta si fossero presentati poliziotti o ufficiali giudiziari o agenti del FBI. C'era un sistema di cicalini, ne aveva anche uno vicino al letto che faceva anche accendere una luce rossa. Era collegato agli altri appartamenti e si poteva azionare da qualsiasi porta d'ingresso. Se qualcuno spingeva il bottone svegliava lui e tutti quanti. Vicino alla porta d'ingresso di ogni appartamento c'era un'altra porta che conduceva al garage. Si poteva uscire di lì, salire in macchina e sbucare su una strada diversa. C'era un'auto sempre pronta per la fuga. Anche a La Quinta tenevamo sempre uno o due veicoli pronti. Eravamo addestrati sul comportamento da tenere se arrivava qualcuno. Prima cosa, non aprire la porta a persone sospette. Se qualcuno chiedeva qualcosa su LRH o dove si trovasse, o qual era il nostro nome - tutti avevamo dei soprannomi, io ero Dan Majors che era simile sia nel suono che nella grafia al mio vero nome, così se qualcuno mi avesse accusato di aver rilasciato false generalità potevo sempre dire che avevano capito male. Mi ero anche esercitato a firmare in modo che ci fossero somiglianze con D. Mayo. Non dovevamo rivelare per nessuna ragione al mondo nulla di nulla su Hubbard, o il nostro vero nome. Se possibile dovevamo suonare l'allarme, ma il compito principale era intralciare, rallentare e se possibile sbarazzarsi delle persone sospette. Ma bisognava almeno rallentarle per lasciare il tempo a LRH di uscire dall'edificio. In questo caso sarebbe apparso qualcuno in salotto e si sarebbe accesa una luce. Dovevamo esercitarci e nello stesso tempo comportarci in modo normale nel condominio. Non dovevamo attirare attenzione. Nastro Numero Tre Cercavamo di non fissarci troppo sul suo comportamento, perché non era razionale. Ma anche il solo pensare che non era razionale corrispondeva ad avere un pensiero riprovevole su LRH, e non potevamo permetterci una cosa del genere. C'era il Jo'burg Sec Check - e uno dei misfatti su cui ti davano una verifica di sicurezza era "Hai mai avuto pensieri cattivi su LRH?", e se l'avevi fatto potevi ritrovarti in guai molto seri. Così cercavamo di non farlo. All'epoca pensavo che fosse un'anomalia, ma pensavo anche che Ron era un genio che aveva fatto tanto per l'umanità, e io mi sentivo piccolo davanti a lui, c'erano queste cose in evidente contraddizione ma chi sono io per giudicare? Se aveva dei difetti erano inezie paragonate a tutto il resto. Mi accorsi e realizzai anche altre cose. Alcune erano informazioni che rivelava durante le sedute di auditing. Finita la session vedevo però anche altre cose: in alcune occasioni arrivò una messaggera con una valigetta piena di soldi, rotoli di banconote da cento dollari. Almeno 3 o 4 volte mi trovavo nella sua stanza all'arrivo della messaggera con la valigia piena di soldi, sia a Hemet che a The Rifle [La Quinta]. Lui chiedeva di vedere il denaro. La ragazza apriva la valigetta, lui gongolava per un momento poi la faceva riporre nella sua stanza. Non era uno spendaccione, così penso che servissero in caso di fuga. Ne spendeva un po', ma di certo non tutto quello che entrava. Una volta uscì e si comprò una macchina fotografica molto elaborata. Compravano anche pietre preziose che poi teneva in cassaforte. Una era un topazio enorme. Lui usciva e andava a vederle nei negozi di gioielleria e a volte se le comprava oppure mandava qualcuno a comprarle, Warwick Allcock l'ha fatto. Le acquistava per proteggersi dall'inflazione, pensava che il dollaro stesse andando giù. Teneva i valori in una cassaforte nel suo armadio, e c'era un'altra cassaforte nella stanza di Pat Broeker. Aveva sempre detto e scritto di non aver mai ricevuto un centesimo da Scientology, ribadiva di continuo che non accumulava soldi. Io vedevo arrivare queste valigie piene di denaro e mi rendevo conto che le sue dichiarazioni erano false. Non mi interessava né preoccupava il fatto che trattenesse dei soldi o che fosse ricco, pensavo che avesse fatto cose grandiose e poteva benissimo farsi pagare per quello. Ma che motivo c'era di raccontare bugie? In quegli anni non permetteva a nessuno di fargli delle fotografie perché stava invecchiando e insisteva per usare immagini di quando era più giovane. Se qualcuno gli faceva una foto gliela confiscavano subito. Era tutto parte delle false pubbliche relazioni: si preoccupava molto che il pubblico non sapesse queste cose. Discussi con lui sulla sua credibilità. Gli dissi che se si fosse scoperto che aveva mentito ci sarebbero state forti ripercussioni. Avrebbe davvero avuto un effetto negativo. Era molto preoccupato del fatto che se in Scientology si fosse venuto a sapere del suo tumore la sua credibilità sarebbe stata rovinata. Pensava che avrebbe avuto effetti negativi sulla tech e sui procedimenti che aveva messo a punto. In auditing aveva rivelato cose su se stesso e il suo passato, cose che aveva fatto. Erano in assoluta contraddizione con la sua biografia e la sua reputazione. Non considerava rischioso rivelare cose del genere, perché io avevo l'obbligo del segreto e venivo considerato un soggetto leale, fedele e affidabile. Pensai addirittura alla possibilità di essere cacciato da Scientology, e che quella sarebbe stata una grave punizione. C'era anche il rischio che se avessi rivelato le informazioni di cui ero a conoscenza il GO [Guardian's Office] mi avrebbe procurato seri fastidi, se non addirittura ucciso. Avevo audito anche Mary Sue e avevo fatto la supervisione del loro auditing. Un sacco di gente ai massimi livelli del GO mi aveva parlato delle cose che pesavano sulla loro coscienza. Ma non fu tanto ciò che avevo scoperto. Non mi interessava dov'era nato o che cosa aveva fatto durante la guerra, non me ne importava nulla. Non ero un fedele seguace di Scientology solo perché LRH sembrava avere un importante ruolino di guerra. Ciò che mi preoccupava era che le cose che aveva fatto e detto dimostravano che le sue intenzioni erano diverse da quel che sembravano. Iniziai a rendermi conto che non agiva per il bene pubblico o a beneficio dell'umanità, forse un po' lo faceva e forse aveva cominciato in quel modo, ma negli ultimi anni, e per sua stessa ammissione, aveva una «sete insaziabile di denaro e potere». Mi disse di essere ossessionato da «una sete insaziabile di denaro e potere». Lo disse con molta enfasi. Pensava che non fosse possibile averne mai a sufficienza. Non lo disse come parlando di un difetto, era solo la sua frustrazione di non poterne avere abbastanza. Eravamo a Hemet, una di quelle volte in cui sembrava avere una specie di comunicazione a senso unico e stava commentando la quotazione dell'oro di quel giorno. Non ricordo se era salita o scesa, poi iniziò a parlare d'oro e denaro. E pensai "Mio Dio, dice sul serio!". Si cerca sempre di non crederci. Durante il processo a Mary Sue [1980] era turbato e arrabbiatissimo con la moglie. Mi chiamò e mi parlò di lei, e mi mandò a cercare di fare qualcosa per convincerla a intraprendere un diverso corso d'azione. Ciò che lo preoccupava davvero molto era che lui, a torto o a ragione, aveva deciso che durante il processo Mary Sue avrebbe probabilmente rivelato che era stato lui ad ordinare un sacco delle cose che avevano fatto o cercato di fare. Lui insisteva nel dire di essere stato all'oscuro di tutto - ma non solo era a conoscenza di tutto, aveva anche ordinato quelle azioni. Aveva addirittura scritto a mano alcuni degli ordini, c'era la sua calligrafia! Temeva che Mary Sue potesse rivelare il suo coinvolgimento diretto, e mi mandò a dirle di valutare l'idea di pensare soprattutto agli interessi di LRH. Non avrei dovuto dirle che lui pensava che l'avrebbe tradito. Lei continuava a chiedermi «Ma di che cosa si preoccupa?» Pensai «Mio Dio, non posso dirglielo». Mary Sue era già molto turbata e sotto pressione. Dissi solo che LRH pensava che sarebbe stata una buona idea (tutto questo accadeva quando noi stavamo a Hemet). Lei era già stata in prigione una volta. Durante una conversazione che ebbi con Ron prima di incontrare Mary Sue mi aveva detto che avrebbe divorziato per «troncare ogni connessione con lei». Rimasi scioccato, ricordo di aver pensato «come può ritenere che un divorzio lo renda meno colpevole?» In seguito sentii dire da Pat Broeker che Hubbard pensava di divorziare per prendere le distanze dalle azioni del GO. Tornando a noi, andai a LA da Mary Sue. Viveva in una casa nei pressi di Mulholland Drive, splendida vista sulla valle, una zona molto elegante. Qualcuno le aveva detto che LRH voleva il divorzio e lei era davvero sconvolta. Dopo tutto quello che aveva fatto per lui, dopo tutte le occasioni che aveva avuto di tradirlo - l'aveva già coperto in passato - dopo tutto quanto aveva subito non riusciva proprio a credere che lui potesse pensare di lasciarla al suo destino. Tutto questo ebbe un forte impatto su di me, mi fece aprire gli occhi. LRH era capace di crudeltà incredibili. Sul Royal Scotman aveva ordinato ad un uomo anziano di spingere una nocciolina col naso per tutta la lunghezza del ponte. Si era dovuto mettere carponi e fare il giro della nave, una bella distanza, in una gara con altri due nei guai come lui. Il primo sarebbe stato perdonato, l'ultimo avrebbe avuto punizione doppia. Era stato davvero brutale con quel tizio, si chiamava Charlie Reisdorf, era anziano. L'impiantito del ponte era ruvido e in alcuni punti era pieno di schegge. Dopo aver spinto le noccioline avevano tutti il naso sbucciato, sanguinante e si lasciavano dietro una scia rossastra. Non ero stato l'unico ad assistere alla scena. Era stato radunato l'intero equipaggio - partecipazione obbligatoria - dovevamo assistere a questa punizione, doveva servire di esempio al resto di noi. Reisdorf aveva quasi sessant'anni. Le sue due figlie erano messaggere, all'epoca sui 10 o 12 anni, e a bordo c'era pure la moglie. È difficile dire che cosa fosse più duro guardare: il vecchio con il naso sanguinante o sua moglie e le ragazze in lacrime, costrette a guardare. Hubbard se ne stava lì e li incitava «Più veloci! Più veloci!». Era fare a pezzi la volontà della gente a colpi di umiliazione e degradazione. E costringerci a guardare. Fu disgustoso. Sulla nave faceva rinchiudere le persone nel vano catene, bambini piccoli compresi. Era molto pericoloso perché se l'ancora avesse iniziato a scivolare fuori avrebbe stritolato un corpo in un momento. Vi ho visto rinchiudere anche bambini. Il 13 marzo del 1968 ci fu la festa per il suo compleanno: aveva fatto rinchiudere una donna nel vano delle catene. Durante la festa la fece tirare fuori. Era lercia e puzzolente, coperta di polvere e ruggine e non le fu permesso lavarsi e cambiarsi - era stata rinchiusa per una settimana. Era veramente sporca, ma la portò alla festa dicendo che le dava tregua e le permetteva di partecipare al party, come se fosse un grande gesto. Dovette stare lì tutta sporca e maleodorante, poi venne rinchiusa di nuovo. Disse che le aveva concesso una tregua, ma in realtà voleva solo aumentare la sua umiliazione. In quel periodo sembrava che le cose stessero un po' migliorando, ma poi accadde questo episodio e rimanemmo scioccati, e fu un segnale molto sinistro. Perché non facevamo nulla? Perché ci limitavamo a guardare? Un motivo comune era che se si restava buoni si poteva sperare di arrivare in alto nella gerarchia, ottenere un posto di autorità al vertice del consiglio, e «riuscire a cambiare le cose». Una percentuale molto alta di staff sperava un giorno di riuscire a cambiare le cose. Ogni tanto Hubbard cancellava questo tipo di cose, come il vano delle catene, e ne incolpava qualcun altro. Diceva che non si doveva più rinchiudere nessuno nel vano delle catene per suo ordine o decreto, e Baron Burez era un mostro cattivo per aver pensato di fare una cosa del genere. Baron era un americano uscito dalle grazie di LRH. E Ron iniziava i suoi discorsi con «è appena giunto alla mia attenzione che...» Per i bambini la lunghezza della permanenza era mutevole, ma nessuno ci è stato meno di un giorno. Di solito ci stavano per una o due settimane. Tre settimane era il massimo. L'età non importava. I ragazzini più piccoli avevano 5,6 o 7 anni. Vecchi, giovani, uomini, donne, piccoli o grossi; era ininfluente poiché gli scientologist pensano che l'essere non ha età, così non pensi in termini di quanto giovani o vecchi si possa essere. La faccenda Reisdorf: se cercavi di opporti era peggio. Hubbard diceva che doveva prevalere la legge del mare, come ai tempi di Hornblower quando il capitano della nave aveva il potere di Dio Onnipotente. Diceva che per la legge del mare lui aveva potere assoluto su chiunque si trovasse a bordo.
L'idea di essere gettati fuori bordo o "spiaggiati" era terribile. A volte gente è stata spiaggiata in paesi abbastanza ostili come l'Algeria o la Tunisia. Essere spiaggiati significava essere lasciati a terra privi di denaro e passaporto, solo i vestiti che avevi addosso, ed eri totalmente solo. Quando entrai nella Sea Org presi spesso in considerazione l'idea di tornare in Nuova Zelanda, ma all'epoca ero piuttosto ingenuo - e l'idea di essere spiaggiato mi sgomentava. Non avevo idea di come me la sarei cavata, o di come sarei riuscito a tornare a casa. E c'era il pensiero di essere scacciato da Scientology, ed essere gettato per sempre nel mondo alieno dei "wogs". [*] Ultimo aggiornamento 8 gennaio 1997 |
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