© 1988 Di Russell Miller © Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001
(Il racconto di Scientology degli anni 1980-82) Per quasi sei anni nessuno seppe dove si era nascosto L. Ron Hubbard, o se fosse vivo o morto. Giornalisti televisivi e della carta stampata, investigatori federali e magistrati gli davano la caccia in lungo e in largo: nessuno fu in grado di scoprire un solo indizio sul luogo in cui si era rifugiato. Mary Sue, moglie fedele e affettuosa per oltre venticinque anni, non sapeva dove fosse il marito, come non lo sapevano i suoi figli. Il Commodoro era di fatto svanito nel nulla. Dopo la partenza di Hubbard e dei Broeker gli appartamenti di Hemet vennero chiusi. Imballati e trasferiti altrove tutti i documenti e gli effetti personali, una squadra di lavoro ripulì i locali con una soluzione alcolica atta a rimuovere tutte le impronte digitali: strofinò con cura ogni parete, infisso, maniglia, vetro e specchio. Pat Broeker, su ordine di Ron, sorvegliò personalmente le operazioni. Broeker poi diresse, pare su disposizioni dell'assente Commodoro, una massiccia riorganizzazione della Chiesa di Scientology apparentemente studiata per proteggere ulteriormente Hubbard da ogni responsabilità legale, e per assicurarsi che non fosse possibile seguire le tracce dei proventi che gli arrivavano dalla chiesa, che all'epoca si aggiravano sul milione di dollari la settimana [1]. Broeker era assistito dall'amico e collega messaggero David Miscavige [a destra], spietato ed ambizioso diciannovenne che aveva appreso le tecniche di management direttamente dal Commodoro, quanto lavorava come cameraman nella Cine Org. Miscavige era basso di statura, gracile ed asmatico, ma la struttura minuta non gli impediva di adottare il principio hubbardiano secondo cui il modo per ottenere ciò che voleva era intimidire i subordinati a suon di urla e minacce. Ben presto la sua figura impettita iniziò a suscitare timore sia a Gilman Hot Springs che nell'ex edificio dell'ospedale Cedars of Lebanon di Los Angeles, che la chiesa aveva acquistato di recente e che sarebbe diventato la sua nuova sede cittadina. Nel corso della riorganizzazione della chiesa numerosi scientologisti senior di lunga data vennero epurati, ma nessuno di essi poté ricorrere direttamente ad Hubbard poiché i messaggeri controllavano le sue linee di comunicazione. Si diceva che Miscavige fosse l'unico, oltre ai Broeker, a conoscenza del luogo in cui Hubbard si nascondeva, sebbene quasi tutti a Gilman sapessero che Ron non doveva essere molto lontano: Pat Broeker impiegava soltanto quattro o cinque ore per compiere il viaggio di andata e ritorno dal suo rifugio. Durante questo periodo di scompiglio e agitazione nessuno poteva dire con certezza se gli ordini venivano emessi veramente da Ron o se, al contrario, fosse sua intenzione lasciare che i messaggeri assumessero il controllo. Nelle lettere che scriveva a chi in precedenza gli era stato vicino non faceva il minimo accenno ad un suo coinvolgimento nella massiccia e complessa ristrutturazione di Scientology. «Carissima Do» scriveva a Doreen Smith nel giugno del 1980, «la mia vita è abbastanza monotona e noiosa... la mattina devo veramente ingegnarmi per trovare qualcosa di interessante da fare e ti scrivo solo per salutarti, davvero. Spero che tu e tutti gli altri stiate bene...» [2]. Anche David Mayo ricevette alcune lettere da Hubbard ed iniziò a preoccuparsi per il suo stato mentale. «Nel primo paragrafo di una delle lettere diceva qualcosa come "penserai che sono impazzito, ma sto ancora bene e credo nella verità di ciò che dico". Ricordo che pensai "accidenti, qualsiasi cosa sia, dev'essere proprio strana". Era veramente roba da squilibrati, se la prendeva con gli psichiatri e diceva che erano loro la causa di tutto il male, non solo su questo pianeta, ma da tempo immemorabile. Diceva di aver scoperto che gli psichiatri avevano creato il male su un particolare sistema solare, all'inizio dell'universo. Quando lessi quella roba pensai "Dio, è impazzito del tutto! Non può chiedermi di non pensare che sia pazzo, questa lettera parla da sola".» [3] Nel maggio del 1981, con l'epurazione ormai avviata e il potere dei messaggeri già consolidato, Miscavige si adoperò per rimuovere Mary Sue dalla sua posizione di Sovrintendente. Per prima cosa rese noto a tutti gli amici che Ron la voleva fuori. Poi, durante un burrascoso incontro, disse alla moglie del Commodoro che rappresentava motivo di imbarazzo per la chiesa, che avrebbe sicuramente perso l'appello contro la sentenza di condanna ed era importante punirla per salvaguardare l'immagine pubblica della chiesa. Mary Sue perse le staffe, urlando ed inveendo contro quel presuntuoso messaggero; ad un certo punto gli scagliò addosso un posacenere. Ma Miscavige non si scompose, ben consapevole che la posizione di Mary Sue era disperata. Nell'impossibilità di contare sul sostegno del marito non aveva altre alternative se non dimettersi. In seguito scrisse più volte a Ron lamentandosi amaramente, ma sospettava che le sue lettere non gli venissero consegnate. [4] Successivamente Miscavige avrebbe completato l'umiliazione della famiglia Hubbard cacciando Arthur e Suzette da Gilman Hot Springs in quanto "ne mettevano a rischio la sicurezza", e nominando Suzette come sua cameriera personale al Cedars. [5] Le dimissioni di Mary Sue dall'incarico di Sovrintendente vennero annunciate soltanto a settembre, quando la chiesa emise un comunicato stampa in cui giustificava devotamente il "rimpasto" come reazione alle imputazioni derivate dall'Operazione Snow White, e ammetteva che il Guardian's Office, con la sua guerra al governo federale, era «andato alla deriva». (Il racconto di Scientology degli anni 1982-86) Nell'aprile del 1982 David Mayo ricevette un'altra lunga lettera di Hubbard. Il Commodoro gli diceva che non pensava di vivere a lungo - forse qualche mese, o pochi anni al massimo. Aggiungeva che fino a quando non fosse riuscito a prendere un nuovo corpo, farlo diventare adulto e riprendere la sua giusta posizione a capo di Scientology, assegnava la responsabilità per la salvaguardia della "purezza" della tecnologia al suo amico Mayo. David Mayo ritiene che Miscavige e il suo gruppo avessero interpretato queste notizie come una minaccia alla loro posizione, spingendoli a fare progetti per farlo uscire di scena. Frattanto un nuovo nemico della chiesa era entrato nella mischia. A Clearwater era stata istituita una commissione per indagare su Scientology, e il testimone chiave era nientemeno che L. Ron Hubbard Junior, che da poco si era cambiato nome in DeWolf per dissociarsi ulteriormente dal padre. Viso rubicondo e occhiali sul naso, Nibs raccontò alla commissione che il padre era un uomo paranoico, schizofrenico e megalomane, un bugiardo abituale e patentato che aveva inventato gran parte delle sue qualifiche e scritto Dianetics come frutto di pura fantasia, senza aver fatto alcuna ricerca. Ma il peggio doveva ancora venire. In luglio Nibs rilasciò un'intervista al Santa Rosa News-Herald in cui ritrasse il padre come un violento che si era dedicato alla magia nera e aveva dato a lui e alla sorella dei chewing gum corretti al fenobarbitol. «Aveva queste manie folli, soprattutto negli anni '30, di cercare di invocare il diavolo per chiedergli il potere. Mia madre mi ha raccontato di quando si dedicava a tutta questa serie di incantesimi, droghe e ipnosi... la picchiava spesso. Aveva un carattere violento ed esplosivo e la prendeva spesso a sberle. Ricordo che una sera del 1946 o 1947 prese a picchiare mia madre; io rimasi seduto sulle scale con un fucile calibro 22 sulle ginocchia senza perderlo di vista e fui tentato di sparargli.» Non si trattava certo della miglior pubblicità che la St. Martin's Press si sarebbe auspicata per il lancio di "Battaglia per la Terra: Una Saga dell'Anno 3000", il primo romanzo di fantascienza di L. Ron Hubbard da oltre 30 anni. Era evidente che il Commodoro, ovunque si trovasse, era stato molto impegnato: le 800 pagine di Battaglia per La Terra vennero presentate non solo come il più lungo romanzo di fantascienza mai scritto, ma anche come semplice preludio di "Missione Terra", opera epica di oltre un milione di parole che sarebbe stata pubblicata in dieci volumi nei quattro anni successivi.
Battaglia per la Terra raccontava di come Jonnie Goodboy Tyler, uno dei pochi esseri umani sopravvissuti sulla Terra, l'avesse avuta vinta sui grossi alieni pelosi che avevano preso il controllo del pianeta. Molti appassionati di fantascienza ritennero che il romanzo non rispecchiasse brio, freschezza ed emozioni dei precedenti lavori di Hubbard. Forrie Ackerman, il suo agente, arrivò a chiedersi se fosse davvero stato scritto da Ron e si prese la briga di far controllare da un esperto calligrafo la dedica personale sulla sua copia («A 4E, amico da sempre e mio mostro preferito»). A.E. van Vogt, collega scrittore di fantascienza la cui opinione ("un capolavoro") appariva sulla copertina del libro, confessò in seguito che le sue dimensioni l'avevano talmente spaventato che non l'aveva nemmeno letto [6]. Ogni Natale Hubbard inviava a van Vogt e alla moglie un biglietto di auguri, e quell'anno aveva allegato un appunto in cui si vantava di aver scritto Battaglia per la Terra in appena un mese. Se Hubbard aveva perso il suo tocco di scrittore di fantascienza aveva però mantenuto inalterato, anche in quella fase della vita, il vezzo di abbellire i primi anni della sua carriera. «Io stesso ho avuto un background scientifico» scrisse nell'introduzione, «ho svolto ricerche pionieristiche nel campo dei razzi e dei gas liquidi, ma poi mi sono dedicato allo studio dei vari campi della conoscenza del passato dell'uomo... per un certo periodo prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale ho frequentato assiduamente la nuova leva degli scienziati, i ragazzi che hanno costruito la bomba...». Per la reputazione di Hubbard era essenziale che Battaglia per la Terra diventasse un bestseller. La Chiesa di Scientology si impegnò ad acquistarne 50.000 copie in brossura, organizzò una massiccia campagna pubblicitaria e diede disposizioni agli scientologisti di tutti gli Stati Uniti di acquistarne almeno due o tre copie a testa. Come prevedibile, il romanzo entrò nelle classifiche di vendita più importanti. Gli scientologisti che, più o meno in quel periodo, iniziavano a scontare la loro pena detentiva ebbero sicuramente tempo libero a sufficienza per apprezzare l'opera più recente del loro leader. Jane Kember, seconda in comando dopo Mary Sue, venne accompagnata in prigione dall'amica Virginia Downsborough. «Fu davvero una scena patetica» ha raccontato la donna «anche sulla strada per il carcere Jane manteneva la convinzione che Ron sarebbe apparso per sistemare tutto. Lei non aveva fatto altro che ciò che lui le aveva detto di fare, e non riusciva davvero a credere che lui l'avesse scaricata. Era una cosa incredibile.» [7]. I legali di Mary Sue si erano inutilmente appellati alla Corte Suprema e, nel gennaio del 1983, un giudice distrettuale di Washington aveva rigettato la richiesta di essere inviata in una comunità invece che in prigione. Mary Sue, che all'epoca aveva cinquantun anni, era scoppiata a piangere in tribunale dicendo di volersi «sinceramente e pubblicamente pentire», ma il giudice Norma H. Johnson non si era lasciata impietosire. Non solo aveva detto che i reati commessi erano seri, ma anche odiosi. «Considerando il suo ruolo guida» le disse, «penso che il suo grado di colpevolezza sia alto.» Il giorno seguente Mary Sue si presentò all'Istituto Correzionale Federale di Lexington, Kentucky, dove iniziò a scontare la condanna a quattro anni. Frattanto il suo figliastro aveva presentato istanza a Riverside, California, per chiedere la custodia del patrimonio del padre, sostenendo che Hubbard era morto o mentalmente inabile. Nibs, che all'epoca lavorava come amministratore di un grosso condominio di Carson City, Nevada, e guadagnava circa 650 $ la settimana, stimò che il patrimonio si aggirasse sui 100 milioni di dollari, dimostrando quanto poco si sapesse sul reddito che la Chiesa di Scientology fruttava al Commodoro - nel solo 1982 Hubbard rastrellò almeno 40 milioni di dollari dalle varie corporazioni di Scientology. [8] Nell'istanza si sosteneva che Hubbard «aveva vissuto una vita caratterizzata da grave malattia mentale... regolari fallimenti... ed uso di mezzi falsi e fraudolenti, spesso criminali, per occultare quei fallimenti e guadagnarsi ricchezza, successo e potere al fine di distruggere chi percepiva come "nemico". » DeWolf asseriva inoltre che i leader della chiesa stavano alleggerendo il patrimonio di pietre preziose e contanti del padre di milioni di dollari. [9] Mary Sue fece presentare dai suoi legali una contro-istanza in cui dichiarava che Nibs «stava semplicemente cercando di mettere le mani sui soldi di suo padre.» L'avvincente diatriba legale scatenò i media in una raffica di speculazioni circa il destino del fondatore di Scientology: Hubbard era vivo o morto? Le domande trovarono presto risposta quando la chiesa fornì una dichiarazione firmata dal Commodoro, con tanto di impronte digitali su ogni pagina, autenticata da esperti indipendenti. Hubbard diceva che le accuse del figlio erano malevole, false e in malafede. «Per quanto riguarda Ronald DeWolf» scrisse, «non lo considero né un amico né un familiare nel senso intrinseco della parola. Sebbene sia biologicamente mio figlio, l'ostilità ed animosità che dimostra nei miei confronti sono evidenti, e lo sono state per anni... non sono uno scomparso. Ho deciso autonomamente di entrare in isolamento. Ritengo che la mia privacy sia importante e non desidero che essa o i miei affari vengano invasi in questo modo. Così come Thoreau si ritirò a Walden Pond, io ho scelto di isolarmi come meglio credo.» La corte accolse i documenti come prova del fatto che Hubbard era ancora vivo e rigettò l'istanza di DeWolf che, determinato com'era ad oscurare il nome Hubbard, dimostrò di aver ereditato qualcosa della perseveranza del padre. Essa emerse di nuovo sul numero di giugno 1983 della rivista Penthouse, a cui rilasciò un'intervista zeppa di accuse ancora più sensazionali - che Hubbard si era occupato di magia nera fin dall'età di 16 anni; che pensava di essere Satana in persona; che voleva diventare l'essere più potente dell'universo; che aveva fatto il trafficante di droga e oro; che era un sadico e un agente del KGB. Affermò poi che il Saint Hill Manor era stato acquistato con i soldi dei russi. «La magia nera è il vero nucleo di Scientology» insisteva Nibs, «ed è probabilmente la sola parte di Scientology che funziona davvero. Dovete anche capire che mio padre non venerava Satana, lui pensava di essere Satana.» Erano affermazioni veramente sensazionali, forse troppo. Come il padre, anche Nibs mancava di astuzia. Se fosse stato più moderato, l'intervista avrebbe potuto avere un forte impatto. Ma ciò che disse era troppo anche per il lettore più credulone, e diventava difficile dire chi fosse il più squilibrato dei due - L. Ron Hubbard Senior o L. Ron Hubbard Junior. Nel novembre del 1983 gli scientologisti di tutto il mondo ricevettero una lettera ottimista: Ron diceva che andava tutto andasse a gonfie vele: si definiva «estasiato» dallo stato del management e fiducioso sul fatto che si sarebbero presto lasciati alle spalle tutti i problemi legali. «Quelli che in passato hanno dato fastidio a Scientology» scrisse, «stanno iniziando a mostrarsi per ciò che sono: dei profittatori.» Spiegava che negli ultimi due anni era stato impegnato con ricerche avanzate che stavano «aprendo i cieli ad altezze mai neppure concepite in precedenza», e concludeva «volevo salutarvi e darvi una visione d'insieme del gioco, e dirvi che il futuro è luminoso... Con affetto, Ron.» Ron non si preoccupò di citare Mary Sue, o di raccontare come la moglie se la stesse passando all'Istituto Correzionale Federale del Kentucky; non commentò nemmeno la bomba ad orologeria che stava ticchettando sotto la chiesa in forma dell'esile e deluso archivista e biografo Gerry Armstrong che, nel lasciare Scientology, aveva portato con sé migliaia di documenti - documenti che dimostravano che il fondatore di Scientology era un ciarlatano e un bugiardo. Per mesi i legali della chiesa avevano cercato di costringere Armstrong a restituire il materiale, dopo essere riusciti ad ottenere che il tribunale ponesse i documenti sotto sigillo. Nel maggio 1984 la diatriba arrivò alla Corte Superiore di Los Angeles, innanzi al giudice Paul G. Breckenridge. Una processione di testimoni raccontò in aula lugubri storie sulla vita in Scientology e alla fine il giudice, nel respingere la richiesta di restituzione dei documenti, emise uno schiacciante verdetto contro Scientology: Il giudice si rivolse poi a Mary Sue, rilasciata dopo un anno di carcere e che si era presentata come testimone al processo: «Da un lato lei sembra essere sicuramente un individuo patetico e commovente. Rimossa dal suo incarico di Supervisore, condannata e imprigionata come criminale, abbandonata dal marito. Dall'altro, la sua credibilità lascia molto a desiderare. Ha adottato l'atteggiamento familiare di non voler vedere, sentire o riconoscere il male...» La Chiesa di Scientology ricorse immediatamente in appello, assicurandosi che i documenti rimanessero sotto sigillo e non disponibili, almeno al momento, alle orde di giornalisti in attesa. Tre settimane più tardi un giudice dell'Alta Corte di Londra si unì all'attacco marchiando memorabilmente Scientology come «immorale, socialmente odiosa, corrotta, sinistra e pericolosa», descrivendo il comportamento di Hubbard e dei suoi assistenti come «tetramente reminescenti i deliri e le spacconate di Hitler e dei suoi scagnozzi.» Il giudice Latey si era occupato di un caso di custodia minorile relativo ai figli di uno scientologista praticante e della moglie, che aveva lasciato il culto. Nell'affidare la custodia dei bambini alla madre, il giudice non dimostrò molta considerazione per Scientology: «È corrotta perché si basa su menzogne ed inganno, e il suo vero obiettivo è portare denaro e potere a Mr. Hubbard, a sua moglie e a chi li affianca al vertice dell'organizzazione. È sinistra perché indulge in pratiche infami, sia nei confronti dei propri seguaci che non seguono ciecamente le sue direttive sia nei confronti di chi, dall'esterno, la oppone o critica. È pericolosa perché è sul mercato per catturare persone, in particolare ragazzi e giovani, indottrinandoli e plagiandoli per farli diventare prigionieri acritici e strumenti del culto, allontanandoli dal pensiero, dalla vita e dai rapporti comuni.» Per quanto riguardava gli Hubbard, il giudice ritenne che le prove fossero chiare e conclusive: «Il Sig. Hubbard è un ciarlatano o peggio, così come lo sono sua moglie e la cricca al vertice, al corrente delle attività del culto.» Seguendo gli insegnamenti di L. Ron Hubbard, gran parte degli scientologisti diede per scontato che quegli attacchi erano stati messi a punto ed orchestrati dalla massa dei nemici del gruppo. Nel 1985, quando il programma "60 Minutes" della CBS presentò un'inchiesta su Scientology e il presentatore Mike Wallace citò le parole "schizofrenico e paranoico" riportate dalla sentenza del giudice Breckenridge, il Reverendo Heber Jentzsch, presidente della Chiesa di Scientology, rispose in modo pronto seppur incomprensibile: «So perfettamente da dove vengono queste parole, questo concetto di paranoia schizofrenica a cui accenna. Vengono dall'Interpol. All'epoca il presidente dell'Interpol era Paul Dickopf, un ex ufficiale nazista. Trovo vergognoso che il giudice Breckenridge abbia citato un ufficiale delle SS in qualità di esperto di Scientology...» Il 19 gennaio 1986 gli scientologisti di tutto il mondo ricevettero l'ultimo messaggio di L. Ron Hubbard. Nel Flag Order numero 3879 intitolato "La Sea Org e il Futuro", il Commodoro annunciava di essersi autopromosso al rango di Ammiraglio. Assieme al proclama, la rivista di Scientology pubblicava una fotografia a colori del Commodoro con il suo copricapo della Sea Org sui capelli grigi. Aveva un largo sorriso e gli brillavano gli occhi. Mai come in quella foto assomigliava tanto ad uno spiritello cattivo. Creston, 33,5 metri s.l.m., 270 abitanti, si stende attorno ad un bivio polveroso a circa 20 miglia a nord della vecchia cittadina missionaria di San Luis Obispo, in California. Sulla strada principale, deserta per gran parte del giorno, si affacciano il Loading Chute Steak Dining-Room, il Creston Realty, l'ufficio postale con il suo pennone portabandiera e due cabine del telefono, ed un decrepito edificio in legno con antiche tracce di vernice rossa su cui si può ancora leggere Emporio Long Branch. Automobili arrugginite, ronzini pieni di mosche e antenne paraboliche sono caratteristiche comuni nei cortili delle modeste abitazioni dei dintorni. Su O'Donovan Road, che si snoda a sud della strada principale, si trovano una piccola biblioteca, una scuola, la Sala di Studio Biblico della Creston Community Church e la sede del Creston Women's Club. Davanti alla sede del club una bacheca annuncia la messa in vendita di un cavallo, un furgone e una berlina del 1969, gli ultimi due "necessitano revisione". È chiaro che la brava gente di Creston non ha ancora conosciuto il benessere così ostentatamente messo in mostra altrove in California. Proseguendo per O'Donovan Road il paesaggio rurale riflette però ricchezza. Dolci colline di velluto verde punteggiate dal bianco dei recinti delle grandi proprietà, case circondate da vasti prati ben tenuti e ombreggiate da querce secolari. A quattro miglia dalla città, sulla destra, sbuca una ripida carrareccia con un cartello che informa trattarsi di una strada privata che conduce al Emmanuel Conference Centre. La strada si inerpica sulla collina in tornanti che seguono i confini del Whispering Winds Ranch, proprietà di 160 acri che, stando ai pettegolezzi locali, un tempo apparteneva all'attore Robert Mitchum. I cancelli del ranch si trovano a circa 400 metri dall'inizio della strada privata, che qui si biforca per portare sulla destra ad una casetta di legno e, sulla sinistra, prosegue verso la cima della collina fino al Centro Ecumenico Camp Emmanuel. È un luogo molto tranquillo, perfetto per chi voglia nascondersi. Nell'estate del 1983 una giovane coppia che diceva di rispondere ai nomi di Lisa e Mike Mitchell acquistò il Whispering Winds Ranch. L'agente immobiliare di San Luis Obispo che ne curò la vendita dedusse dall'accento che Mitchell era di New York. Era entrato deciso nel suo ufficio dicendo di voler acquistare un ranch grande ed isolato per impiantarvi un allevamento di cani Akita, una rara razza giapponese. L'agente immobiliare lo accompagnò a vedere Whispering Winds, in vendita per 700.000 dollari. Mitchell esaminò la casa con molta attenzione, arrampicandosi addirittura sul tetto dove sembrò rimanere sconcertato dal materiale isolante. «Dovrò rimuovere tutta questa roba» disse all'agente, spiegandogli che la moglie era allergica alla lana di vetro. Disse comunque che la proprietà gli piaceva e che l'avrebbe acquistata. Il denaro non era un problema - aveva appena ereditato un patrimonio di diversi milioni di dollari. A conferma delle sue parole Mitchell pagò l'intero importo in contanti, con trenta assegni circolari emessi da banche varie della California [10]. I Mitchell si trasferirono subito, accompagnati dall'anziano padre. Erano molto riservati ed evitavano ogni contatto con i vicini. Maxine Kuchl e Shirley Terry, che gestivano Camp Emmanuel, ebbero poche occasioni di parlare con i nuovi arrivati e non sapevano nulla dell'uomo anziano, salvo che si chiamava Jack. Anche Robert Whaley, ex direttore esecutivo di New York ritiratosi nella casetta di legno sovrastante Whispering Winds, aveva visto di rado i nuovi vicini, anche se lo avevano molto incuriosito. Whaley aveva avuto l'impressione che i nuovi arrivati avessero più denaro che buon senso. La casa di tre piani era stata sventrata e ricostruita non una, ma numerose volte. Il laghetto prospiciente era stato allargato e reso più profondo, e riempito di branzini e pesci gatto. A lato della casa era stato costruito, ma mai usato, un anello per far correre i cavalli, sovrastato da una torretta e diversi punti di osservazione. La proprietà era stata circondato da una recinzione bianca lunga diverse miglia, che in alcuni punti seguiva i contorni della proprietà e in altri correva assolutamente dritta. Una sezione dello steccato era stata demolita e ricostruita tre o quattro volte, forse perché non sufficientemente dritta. Ben presto nei recinti si videro brucare cavalli purosangue, bufali e lama, mentre cigni e oche adornavano il laghetto. «Ero veramente stupito dalla quantità di denaro che stavano spendendo sulla proprietà» ha raccontato Whaley. «Non badavano davvero a spese. Fecero costruire un nuovo impianto di irrigazione con tubature che sarebbero bastate per una città. Non erano molto cordiali, ma una volta che chiesi a Mitchell chi curasse la progettazione e mi rispose che se ne stava occupando per lo più Jack, il padre di sua moglie, che era stato ingegnere civile.» [11] Durante i lavori di ristrutturazione Jack aveva vissuto in un motorhome Bluebird da 150.000 dollari parcheggiato sulla proprietà; lo si poteva vedere spesso in giro a fare fotografie, vestito con pantaloni blu sformati e un cappello giallo di paglia. Era sovrappeso, e i suoi capelli e barba bianca ricordavano a Whaley il Colonnello Sander della catena di ristoranti "Kentucky Chicken". Una volta Whaley era andato a Whispering Winds per chiedere in prestito un attrezzo, sorprendendo l'anziano uomo nella stalla. Jack stava limando un pezzo di metallo e non era sembrato contento di vedere il vicino: l'aveva guardato con sospetto per un momento poi, senza dire una parola, si era affrettato verso il laboratorio chiudendosi la porta alle spalle. L'episodio non aveva molto turbato Whaley, anche a lui piaceva starsene per conto suo. A New York aveva lavorato nel campo dell'editoria ed era abituato ai tipi stravaganti. Prima della guerra si era occupato di romanzi pulp di fantascienza ed aveva conosciuto quasi tutti gli autori più importanti del genere, ma nell'uomo anziano non c'era nulla che gli rammentasse qualcosa. Un'altra cosa che Whaley trovava strana dei suoi vicini era che ricevevano gente molto di rado, salvo la notte. Spesso a notte fonda vedeva luci di fari che risalivano la strada e svoltavano dentro i cancelli di Whispering Winds. Di solito si trattava di una sola automobile, ma la notte del 24 gennaio 1986 il viavai fu continuo... Quando Irene Reis, co-proprietaria della Reis Chapel di San Luis Obispo, era arrivata al lavoro la mattina di sabato 25 gennaio il telefono stava già suonando. L'uomo all'altro capo del filo si era identificato come Earle Cooley, avvocato, e le aveva chiesto se si occupavano di cremazioni. La Sig.ra Reis aveva risposto in modo affermativo, aggiungendo che nei fine settimana il crematorio era chiuso. Se fosse stato necessario, però, si poteva cercare di organizzare la cosa. Cooley aveva chiesto se erano in grado di prelevare un corpo al Whispering Winds Ranch su O'Donovan Road a Creston. Gene, il marito di Irene, vi si recò con il carro funebre, immaginando che si trattasse di un lavoro di routine. Cooley accompagnò il corpo a San Luis Obispo. Arrivati alla Reis Chapel, un grazioso edificio bianco con il tetto rosso su Nipomo Street, chiese alla Sig.ra Reis se fosse possibile procedere con una «cremazione immediata». Le diede un certificato di morte firmato da un certo Dott. Gene Denk di Los Angeles da cui risultava che la causa del decesso era stata un'emorragia cerebrale, e anche un certificato in cui si vietava l'autopsia per motivi religiosi. Solo quando la Sig.ra Reis lesse i documenti che Cooley le porgeva si rese conto che il corpo portato alla sua cappella era quello di L. Ron Hubbard. La donna sapeva abbastanza di Hubbard da insistere per informare lo sceriffo-coroner [*] della Contea di San Luis Obispo. Il vice coroner Don Hines arrivò alla Reis Chapel nel giro di pochi minuti. Nessuno aveva immaginato che Hubbard vivesse nelle vicinanze, e Hines volle essere sicuro che ogni cosa venisse fatta nel pieno rispetto delle regole - non era cosa da tutti giorni che un "eremita famoso" risultasse vivere nei paraggi. Hines informò che non si poteva procedere alla cremazione senza un esame del cadavere condotto da un patologo indipendente. Ordinò poi che il corpo fosse fotografato e che gli fossero prese le impronte digitali per una identificazione certa (in seguito risultarono corrispondere a quelle in possesso del FBI e del Dipartimento della Giustizia). Hines si ritenne soddisfatto soltanto verso le 15,30, quando autorizzò la cremazione. Il giorno seguente le ceneri di L. Ron Hubbard vennero disperse nel Pacifico da una piccola imbarcazione. (Il racconto di Scientology del 24 gennaio 1986) La notizia della morte del fondatore di Scientology venne resa nota il pomeriggio di lunedì 27 gennaio, davanti ad una folla di 1.800 dei suoi seguaci frettolosamente radunati all'Hollywood Palladium. David Miscavige annunciò che Ron era partito per un nuovo livello di ricerca, un livello che andava oltre l'immaginazione e prevedeva lo stato di esteriorizzazione dal corpo: «Perciò, alle ore 20,00 del 24 gennaio 1986 L. Ron Hubbard ha lasciato il corpo che aveva usato in questa vita per settantaquattro anni, dieci mesi e undici giorni. Il corpo che aveva usato per facilitare la sua esistenza in questo universo ha cessato di avere utilità, e in realtà era diventato un impedimento al lavoro che deve ora fare fuori dai suoi confini. L'essere che conoscevamo come L. Ron Hubbard esiste ancora. Sebbene possiate sentirvi addolorati, dovete capire che lui non lo è. È semplicemente passato ad uno stadio successivo. LRH ha usato questa vita e il corpo che conoscevamo per arrivare là dove nessuno mai era arrivato prima - ha scoperto e reso disponibili i misteri della vita, e ci ha dato gli strumenti per liberare noi stessi, e tutti gli uomini...» Quello stesso giorno si tenne una conferenza stampa nel corso della quale venne rivelato che il giorno prima di morire Hubbard aveva fatto testamento. Lasciava la parte più consistente della sua fortuna, «decine di migliaia di dollari», alla chiesa. Erano stati disposti generosi lasciti alla moglie e ad «alcuni dei suoi figli». Come prevedibile non aveva lasciato nulla a Nibs. E nemmeno ad Alexis, la figlia ripudiata.
C'è chi ancora crede che la morte di Hubbard fosse avvenuta diversi anni prima, e che i messaggeri l'avessero occultata mentre consolidavano il loro potere nella chiesa. C'è chi ancora crede che Hubbard entrerà presto in un corpo nuovo, o che l'abbia già fatto, e che stia aspettando di riprendere la sua posizione a capo di Scientology. C'è chi ancora crede che, nonostante tutti i suoi difetti, Hubbard abbia dato un contributo significativo all'umanità. E c'è chi, tristemente, ora crede di essere stato vittima inconsapevole di uno dei più grandi e multiformi imbroglioni del ventesimo secolo. Note:
2. Intervista a Doreen Smith Gillham.
4. Testimonianza, Chiesa di Scientology contro Armstrong.
5. Newsletter of Center for Personal Achievement, 13 febbraio 1984.
7. Intervista a Virginia Downsnborough.
9. Caso No. 47150, rif. Patrimonio di L. Ron Hubbard, Corte Superiore della Contea di Riverside .
*: Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, pubblico ufficiale incaricato dell'inchiesta in casi di morte violenta - NdT |
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